L’ oreficeria a Firenze vanta una lunga tradizione nella lavorazione dell’oro che risale ai primi secoli dell’anno mille, in quel periodo a Firenze nacquero le corporazioni delle arti e dei mestieri tra le quali quelle che si occupavano della lavorazione dell’oro.
In quell’epoca l’ oreficeria a Firenze era regolata dallo statuto dell’Arte della Seta, in quanto le decorazioni in oro, argento e pietre preziose erano spesso abbinate a capi di abbigliamento.
Oltre alle decorazioni di oreficeria l’oro fu molto utilizzato per la realizzazione di oggetti sacri commissionati dal ricco e potente clero dell’epoca, un fatto ben testimoniato dal grande patrimonio d’arte orafa che la chiesa moderna ha ereditato dalla chiesa di allora.
Successivamente nella Firenze medicea l’arte dell’ oro a Firenze acquistò nuovo impulso e nuove regole che contribuiscano ulteriormente alla sua diffusione anche al di fuori dei propri confini.
Benvenuto Cellini è uno più grandi maestri orafi di quel periodo e il suo trattato Dell’oreficeria è un resoconto delle tecniche più importanti utilizzate dagli artigiani fiorentini al tempo.
Nel 1572 nacquero i laboratori granducali in San Marco per essere poi trasferiti alla Galleria degli Uffizi, fino a quando si decise di trasferire tutti gli artigiani dell’oro e le maestranze in unica zona: il Ponte Vecchio, anche per sostituire le botteghe dei macellai e alimentari che con la costruzione del corridoio Vasariano non erano più ritenute opportune essere così prossime ad uno dei luoghi più frequentati dalla potente famiglia dei Medici e dagli importanti ospiti che giungevano da ogni luogo per fare loro visita.
Con il passare dei secoli, l’arte dell’ oro a Firenze ha subito le influenze del barocco e delle varie correnti artistiche che si sono susseguite nel tempo, ma come ancora oggi testimoniato dalla produzione orafa attuale ha comunque mantenuto il suo inconfondibile stile caratterizzato dalla semplicità e dalla precisione delle lavorazioni.